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CON GLI OCCHI BENDATI


di Membro VIP di Annunci69.it DM7177
10.06.2024    |    8.883    |    7 9.5
"Debbi era in estasi al punto da non rendersi nemmeno conto di quanta troiaggine trasparisse da lei in quel momento..."
Debora non immaginava nemmeno lontanamente cosa avessi organizzato per la nostra serata.
Finito di cenare ci recammo presso una location tranquilla in cui eravamo stati già altre volte, uno di quei posti in cui amavo portarla di tanto in tanto per mettere in pratica alcune nostre fantasie.
Dopo una doccia e un paio di shottini di vodka alla pesca salimmo di corsa al piano di sopra dove ad attenderla sul letto c’erano una sottoveste sexy e una mascherina con cui coprirsi gli occhi in modo da rimanere completamente al buio, di quelle che si usano per dormire e che avevano già adoperato in passato per un’altra situazione.

Indossò la sotteveste e le sue forme magicamente furono messe in evidenza.
Il suo seno sembrava esplodere da un momento all’altro cercando di uscire dagli intrecci di pizzo che a fatica lo avvolgevano.
Il suo fondoschiena invece rimaneva scoperto e scherzando mi disse: “Pronta per l’uso!”.
Ridemmo entrambi di quella battuta e la cosa che rendeva tutto ancora più eccitante era proprio sapere che lei non immaginava nemmeno lontanamente cosa di lì a poco sarebbe accaduto in quell’appartamento.
Le misi quindi la mascherina calandola delicatamente sugli occhi in modo da non tirarle i capelli, quindi le rivelai le mie intenzioni.

Le dissi che ero entrato in contatto con un ragazzo, che l’avevo conosciuto in un sito di incontri e mi aveva fatto una bellissima impressione, quindi avevo pensato di organizzare una serata a sorpresa per lei, di invitarlo nel nostro appartamento preso in affitto e lasciarci andare per scoprire fino a dove ci saremmo spinti.
Aggiunsi che l’idea di lei bendata era partita dal nostro ospite perché timido e amante dei giochi al buio e lei sembrò eccitata da quest’ultima cosa rispondendo che l’imbarazzo sarebbe stato reciproco e di conseguenza apprezzava molto l’idea di non usare la vista come senso e arrangiarsi invece con tutti gli altri di cui poteva disporre.
“Ti piace l’idea e vuoi che lo faccia entrare in casa?”.
Acconsentì e inviai un messaggio a Simone per dargli l’ok.

Debora sedeva a calvalcioni sul bordo di una panchetta, costretta a tenere la gambe spalancate per stare comoda.
Io ero seduto dietro di lei e alternavo piccoli morsi al collo con delicati baci su una spalla, mentre con le mie mani cercavo di insinuarmi nella la sottoveste per toccarle il seno.
La sua pelle ancora fresca per la doccia fatta qualche minuto prima, il suo profumo e le sue curve morbide mi stavano letteralmente facendo impazzire, soprattutto perché fremevo per l’entrata in scena del mio complice e cercavo di immaginare come si sarebbe evoluta tutta la situazione che fino a quel momento avevo potuto vedere solamente in qualche video porno da cui avevo preso ispirazione.
A differenza di altre volte quella sera Debbi sembrava davvero desiderosa e decisa a lasciarsi andare e concedersi ad un estraneo in quel modo.
Non che altre volte si fosse mai tirata indietro, ma avevo l’impressione che volesse davvero sentirsi porca quel venerdì sera.

Simone salì le scale in silenzio e apparve nella penombra della stanza completamente nudo e con un bel cazzo promettente già in tiro.
Era decisamente più giovane di tutte le persone che ero solito coinvolgere nei nostri giochi e che bene o male erano sempre stati nostri coetanei.
Poteva avere al massimo 25 anni, ma al telefono nel pomeriggio mi era parso molto più maturo di altre persone conosciute nelle precedenti ore sul sito e soprattutto mi aveva rivelato essere fortemente attratto dalle donne formose e più grandi e che Debora, vista in foto, gli piaceva davvero molto.

“Sei pronta?” chiesi a Debbi sussurrando e lei senza esitare rispose: “Prontissima”.
Calai le spalline della sottoveste scoprendole completamente il seno e offrendolo quindi a Simone che si avvicinò a lei in silenzio, la baciò sulle labbra, poi scese con la bocca sui suoi capezzoli e infine si inginocchiò tra le sue gambe.
Sentii Debora abbandonarsi all’indietro sul mio corpo e la vidi voltarsi verso di me cercando le mie labbra, come volesse ringraziarmi con un bacio per quel regalo.
Le nostre lingue iniziarono a cercarsi come in una danza.
Potevo sentire i brividi per l’eccitazione percorrere tutto il corpo di Debbi e lei sembrava non volersi perdere davvero nulla di quel momento.
Era praticamente sdraiata addosso a me, aveva un piede appoggiato al letto poco distante da noi e una gamba sulla spalla di Simone che in ginocchio tra le sue cosce la stava mangiando.
Alzò la testa per dirmi sottovoce: “Qui sotto c’è un lago”, riferendosi a quanto bagnata fosse Debora in quel momento.

Lei non accennava a togliere la benda dai suoi occhi.
In altre circostanze dopo poco mi avrebbe detto di voler guardare cosa le stava accadendo attorno per una ragione di sicurezza sebbene si fosse sempre fidata di me, ma non quella sera e probabilmente la ragione stava nella decisione che aveva preso di godersi tutto.
Simone si alzò in piedi e le prese le mani invitandola a seguirlo, io la aiutai sorreggendola per i fianchi e ci trovammo all’improvviso tutti e due ad avvolgere Debbi con i nostri corpi mentre le nostre mani vogliose si muovevano disegnando le sue curve con le dita.
La baciammo a lungo o almeno a noi quei momenti sembrarono interminabili.
Lei era al centro, contesa dalle nostre lingue sempre più eccitate che cercavano la sua.

La sottoveste di Debora scivolò fermandosi sui suoi fianchi e Simone la tenne per mano ammirandola.
Poi avvicinò la bocca al suo seno e prese a succhiarle un capezzolo mentre le infilava le dita nella figa con dei movimenti sempre più rapidi accompagnati dal rumore di umidità che ne fuoriusciva ad ogni sua penetrazione.
Io feci lo stesso, quasi per imitarlo e quindi le presi tra le labbra l’altro capezzolo per giocarci mentre la mia mano le stringeva una natica.
Lei sorrideva divertita è consapevole di essere l’oggetto dei nostri desideri.

Avevo dato precedentemente indicazioni su quali fossero le cose che piacevano a Debora e quali invece assolutamente da evitare, quindi Simone conosceva bene i confini entro cui muoversi.
Avvicinò la bocca al suo orecchio e le chiese di mettersi a quattro zampe sul letto, lei non se lo fece ripetere due volte.
Poi mi fece cenno di dare il via ai giochi, quindi presi posto dietro a Debbi.
La prospettiva era fantastica: potevo vedere la sua figa bagnata e pronta ad accogliermi al suo interno, lei messa a quattro zampe con il viso rivolto in avanti e in attesa che qualcosa di grande e gustoso le si materializzasse da un momento all’altra davanti alla bocca.
Percependo la presenza di uno di noi due alle sue spalle spostò il bacino indietro, probabilmente era curiosa di capire chi di noi l’avrebbe posseduta per primo.
Il mio cazzo le scivolò dentro e lei si lasciò andare in un sonoro gemito di godimento.

Vidi Simone mettersi in ginocchio davanti a lei e avvicinare il suo grosso cazzo alla bocca di Debbi, poi prenderle con le mani la testa per portarla verso di sé e dettare il tempo con cui voleva gli venisse regalato un fantastico pompino.
Debora era perfettamente a proprio agio e preso il giusto ritmo ripagava i nostri movimenti incitandoci a non fermarci.
Spostava il corpo verso me per sentirmi completamente dentro e poi si spingeva in avanti per divorare l’altro cazzo.
Ogni entrata e uscita dal suo corpo era accompagnata dal rumore dei nostri membri vergognosamente bagnati dai suoi umori e dalla sua saliva.
Non era la prima volta che l’avevo voluta bendare e spesso mi era capitato di immaginarla in una situazione del genere, ignara di chi potesse esserci nella stanza assieme a noi e desideroso di volerla scopare.
Più che una mia sorpresa a Debora ebbi l’impressione che fosse stata lei a volermi donare qualcosa di speciale quella notte, come a dire: “Era così quel video porno che tanto ti piaceva? Goditi tutto!”.

Simone sussurrò a Debora di inginocchiarsi sul letto, quindi la aiutò a spogliarsi definitivamente sfilandole la sottoveste che le stava appoggiata ai fianchi.
La stoffa si fermò all’altezza del suo seno, il sobbalzare della sua quinta naturale in quel momento l’avrebbe fatto venire duro a chiunque.
Dopo averle dato un sonoro schiaffo sul culo la sollevò di peso e la sdraiò sul letto, poi prese un preservativo dal comodino e dopo esserselo infilato la penetrò senza perdere troppo tempo.
Gesti semplici, rapidi, freddi e decisi che lei non ebbe la possibilità di percepire e che non le diedero quindi il tempo di realizzare quello che le stava accadendo.
Simone la scopò con forza e ad ogni colpo inferto Debbi spalancava sempre più le sue gambe come a supplicarlo nel suo silenzio di dargliene ancora.
Come a volerlo imprigionare in una morsa cinse le sue gambe attorno al corpo di lui accompagnando quei frenetici movimenti e lasciandosi andare ad urla di piacere che sicuramente vennero udite dagli ospiti degli altri appartamenti presenti nella struttura.

Debbi era in estasi al punto da non rendersi nemmeno conto di quanta troiaggine trasparisse da lei in quel momento.
Con le mie mani le bloccai i polsi.
Adoravo guardarla mentre veniva scopata in quel modo, bendata e tenuta ferma, cosa che sapevo piacere molto anche a lei.
In quel momento vedendola così fantasticavo su quanto sarebbe stato bello legarla al letto come già avevo fatto in passato, ma questa volta per farla scopare da più uomini che si alternassero usandola e farcendola come una torta, con lei costretta a subire, privata del senso della vista in modo da non capire se fossero bianchi o possenti black a prendersene cura.
Debora tenuta ferma da me doveva piacere molto anche a Simone che nel frattempo aveva iniziato a rallentare i movimenti, segno che era quasi giunto al termine.
Non era difficile da capire che Debbi gli piacesse davvero tanto e mi chiedevo come si sarebbe comportato se io non fossi stato presente nella stanza a vigilare, se avrebbe rispettato ugualmente quelle regole che avevo imposto al momento del nostro contatto o se si sarebbe comportato come un animale che affonda i propri artigli e i denti sulla preda per cibarsene.

Si scostò per cedermi il posto e io mi sdraiai accanto a Debbi, lui la guidò in modo che potesse mettersi sopra di me.
Entrai dentro lei con estrema facilità, la sua figa era fradicia e se non avessi visto Simone mettere il preservativo avrei potuto giurare che le fosse venuto dentro da tanto era bagnata, oltre che larga per via delle dimensioni di lui.
Debora ricominciò a muoversi e io accompagnavo i movimenti tenendole le mani sul culo, mentre con le dita simulavo un massaggio all’altezza del suo buchino.
Ero consapevole che non gradisse una penetrazione anale ma recentemente in altre serate si era voluta concedere per brevi istanti, forse perché presa da una forte eccitazione.
Le sussurrai quindi se volesse provare anche in quel momento e lei avvicinandosi al mio orecchio disse di si, forse più per fare felice me che per il suo desiderio.
Simone si stava masturbando vicino al letto in attesa di essere richiamato nei giochi, lo guardai e lui si avvicinò per prendere posto dietro lei.

Debora chiese se c’era dell’acqua e lui prese la bottiglietta dal comodino per porgergliela.
Avendo ancora la benda sugli occhi chiese: “È acqua corretta con…?” e quella frase fece esplodere tutti in una risata anche se Simone non capì subito, quindi gli spiegai che prima del suo arrivo avevamo bevuto qualche shot di vodka e che l’alcol su di lei aveva effetti sempre molto interessanti.
Lei porgendomi la bottiglietta in modo che la potessi rimettere sul comodino aggiunse: “Si, diciamo che non sono esattamente in me, però me la sto godendo alla grande!”.
Sentendo pronunciare quelle parole lui avvicinò la bocca al suo orecchio e le disse: “Allora procediamo con il gran finale”.
Debora in quel momento stava cercando di gestire i due cazzi che aveva a disposizione: il mio sul quale continuava a muoversi e quello di Simone che dietro spingeva per insinuarsi nel suo culo.
Aveva una smorfia di dolore sul viso, ma allo stesso tempo sembrava desiderosa di andare fino in fondo e provare una doppia.
Finalmente lo sentii entrare dentro di lei e per un attimo la sensazione fu bellissima, ma il mio cazzo uscì improvvisamente, come se dentro il corpo di Debbi per due non ci fosse posto.
Riprovammo un altro paio di volte, ma alla fine Simone propose una valida alternativa.

Io ero dentro Debbi e lo sentii appoggiare il suo cazzo umido sul mio che intanto continuava ad entrare e uscire da lei.
Si fece spazio spingendo e Debora lanciò un urlo di dolore che durò il tempo dell’ingresso dei nostri due martelli dentro la sua figa.
Non saprei dire come fosse la situazione dentro le loro teste, ma la mia iniziò a girare.
Sentivo calore sul mio viso e l’idea di essere toccato dal cazzo di un altro uomo a tratti mi infastidiva e allo stesso tempo mi faceva impazzire di piacere, tanto da dover pensare ad altro cercando di prolungare quel momento, perché il rischio di venire subito era imminente.
Debora era finalmente a proprio agio, il dolore per quella penetrazione forzata sembrava essere passato, non credo in quel momento capisse realmente cosa le stesse accadendo visto che era come in trance.
Simone la prendeva da dietro e le stringeva il seno tra le mani, io da sotto avevo le mie sui fianchi di lei e le succhiavo i capezzoli che sembrava in quel momento mi venissero offerti.

D’un tratto lui si sfilò e si mise in piedi sul letto, togliendosi il preservativo le chiese se potesse venirle in bocca anziché addosso come gli avevo detto precedentemente avrebbe dovuto essere, ma lei senza farselo ripetere si tirò su rispondendo con un timido “si”.
Mentre Simone si masturbava lei teneva le mani sulle gambe di lui e con la bocca aperta aspettava il momento in cui avrebbe assaporato il suo seme.
Un getto copioso di sborra la colpì giusto sul viso che era parzialmente coperto dalla mascherina, poi avvicinò la cappella alle sue labbra e ne fece uscire un altro paio di schizzi.
Guardando la scena come fossi uno spettatore in prima fila al cinema non riuscii a resistere oltre e le venni dentro, tirandola per i fianchi verso me come a volerle far sentire tutto ciò che avevo da offrire.

Lei, esausta, fece un sospiro ed esclamò: “Bene!”.
Scoppiammo tutti a ridere per quella strana esternazione e le chiesi se voleva togliere finalmente la benda.
Nella penombra della stanza si guardò attorno, poi alzò lo sguardo verso Simone e disse: “Ah però, pure più giovane sei!”.
Bevemmo tutti e tre dell’acqua rimanendo in silenzio nell’imbarazzo iniziale di quella situazione a volto scoperto.
Io continuavo a guardarla, era così bella.
Simone, rivolgendosi a me, chiese: “Quanto la ami?”.
Gli risposi: “Da impazzire” e Debora aggiunse: “E ci mancherebbe!”.

Quella sera tutto era stato magico anche grazie a quel giovane ragazzo trovato quasi per caso con un last minute su un sito di incontri.
Debbi si sdraiò tra noi godendosi le nostre carezze mentre parlavamo di come con l’aiuto di una semplice benda e un po’ di vodka lei per prima si fosse lasciata andare con estrema facilità e non aveva voluto perdersi un solo istante… e una sola goccia.

Nella mia testa avevo già iniziato a fantasticare e progettare una nuova situazione in cui mi sarebbe piaciuto coinvolgerla e, ovviamente, la benda sarebbe stata di nuovo parte del gioco per creare qualcos’altro di veramente speciale.
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